Garante Privacy: tra i motivi per il diniego dell'accesso si deve tener conto anche della funzione pubblica svolta dal dipendente, che potrebbe essere esposto a minacce, ritorsioni o turbative

Con deliberazione n.254 del 31 maggio 2017, resa nota dalla newsletter dell'8 agosto, il Garante della Privacy ha confermato il no di un comune (in dissesto finanziario) alla richiesta di accesso civico generalizzato, presentata da un cittadino, agli atti di una sanzione disciplinare inflitta ad un dipendente, contro la quale pendeva peraltro un contenzioso dinnanzi al Giudice del lavoro.

In tal caso, infatti, l'accesso civico danneggia in concreto la privacy del dipendente e in ogni caso il cittadino potrà ottenere copia degli atti relativi al dissesto del comune indipendentemente dalle valutazioni della responsabilità del singolo dipendente.

Nel parere, inoltre, il Garante Privacy evidenzia inoltre che: 

  • le linee guida Anac sull'accesso civico prevedono che l'accesso civico generalizzato vada, fra l'altro, respinto quando la conoscibilità indiscriminata dei dati personali potrebbe causare, all'interessato o ai suoi congiunti, danni legati alla sfera morale, relazionale e sociale, come nel caso considerato;
  • tra i motivi per il diniego dell'accesso si deve tener conto anche della funzione pubblica svolta dal dipendente, che potrebbe essere esposto a minacce, ritorsioni o turbative;
  • ogni trattamento di dati deve essere effettuato nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell'interessato, tenendo conto anche dei diritti alla reputazione, all'immagine, al nome, all'oblio e in generale ai diritti inviolabili della persona.


Per i motivi sopracitati, il Garante Privacy ha ritenuto che l'accesso civico generalizzato alla sanzione disciplinare possa determinare un pregiudizio concreto alla tutela della protezione dei dati personali del dipendente e ha confermato il diniego opposto dal comune.

Segnialiamo, in merito, che nell'apposita area di Progetto Omnia è stata da tempo predisposta tutta la modulistica necessaria per la gestione del problema (richieste di Accesso civico ed eventuali dinieghi) da parte degli uffici comunali.

In allegato, la deliberazione n.254 del 31 maggio 2017 del Garante Privacy.


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